Cos’è la Sifilide
La sifilide è una grave infezione batterica sessualmente trasmissibile causata dal Treponema pallidum, un batterio Gram-negativo con forma a spirale appartenente alla famiglia delle Spirochaetaceae.
Il Treponema pallidum possiede una parete cellulare estremamente sottile che gli consente di penetrare rapidamente nei tessuti dell’ospite. Inoltre, grazie alla sua motilità conferitagli dai filamenti periplasmatici, riesce a diffondere sistemicamente nell’organismo ospite.
Se non diagnosticata e trattata adeguatamente, la sifilide progredisce attraverso diversi stadi clinici, ognuno con sintomi caratteristici. Purtroppo, nonostante i progressi nella medicina, la sifilide rimane un problema di salute pubblica, in particolare tra le popolazioni a rischio ed è la terza IST (infezione sessualmente trasmissibile) più diffusa di tipo batterico dopo la clamidia e la gonorrea.
Trasmissione della sifilide
La sifilide si trasmette principalmente attraverso il contatto sessuale con un partner infetto. Questo include sia il sesso vaginale, anale che orale. Il rischio di trasmissione è maggiore durante gli stadi primario e secondario della malattia. Inoltre, anche il semplice contatto diretto con un’ulcera sifilitica può trasmettere l’infezione.
La sifilide può anche essere trasmessa da una madre infetta al suo feto durante la gravidanza o al momento del parto. Questo può portare a gravi complicazioni, tra cui aborto spontaneo, morte neonatale e gravi malformazioni del neonato.
Trasmissione sessuale
La sifilide venerea si trasmette per via sessuale, attraverso rapporti vaginali, anali od orali con un partner infetto. Il Treponema pallidum penetra nell’ospite attraverso microabrasioni della cute o delle mucose venendo a contatto con lesioni sifilitiche contagiose.
Le lesioni maggiormente infettanti sono:
- Cancro sifilitico: tipica ulcera indolore che compare nel sito d’inoculazione batterica
- Condilomi piatti: lesioni muco-cutanee eritematose
- Placche mucose: presenti sui genitali e nella cavità orale
Trasmissione ematica
La sifilide può anche essere trasmessa attraverso il sangue infetto, ad esempio in caso di trasfusioni con sangue non testato o condivisione di aghi contaminati tra tossicodipendenti. Fortunatamente, questa via di trasmissione è oggi molto rara nei Paesi in cui il sangue donato viene sistematicamente controllato.
Trasmissione materno-fetale
Una donna con sifilide attiva può trasmettere l’infezione al feto attraverso la placenta durante la gravidanza, causando la sifilide congenita.
Il rischio di trasmissione al feto è elevato soprattutto durante la sifilide primaria e secondaria della madre. Tuttavia, il contagio può avvenire anche negli stadi latenti tardivi.
La sifilide congenita può portare ad aborto spontaneo, morte fetale, parto pretermine o gravi anomalie e deficit neurologici, ossei e visivi nel neonato.
Sintomi della sifilide
La sifilide è spesso definita come la “grande imitatrice” perché i suoi sintomi possono assomigliare a quelli di molte altre malattie. In medicina, la sifilide viene classificata in quattro stadi: primario, secondario, latente e terziario. Ognuno di questi stadi ha sintomi unici e può durare per periodi di tempo variabili.
Sifilide primaria
Il periodo di incubazione della sifilide, cioè il tempo che intercorre tra l’esposizione iniziale al Treponema e la comparsa dei primi sintomi, è in media di 3 settimane, ma può variare da 10 a 90 giorni.
Il primo segno dell’infezione è lo sviluppo del cancro sifilitico, una lesione cutanea tondeggiante, solida e non dolorosa, che compare nel sito di ingresso dei batteri, di solito sui genitali, nella vagina, nel retto o nella bocca. La lesione è molto contagiosa ed è caratterizzata da una superficie erosa e da margini rilevati. Può essere facilmente confuso con altre patologie.
Dopo 3-6 settimane, il cancro sifilitico scompare spontaneamente, ma l’infezione progredisce in assenza di trattamento.
Sifilide secondaria
Dopo la guarigione del cancro iniziale, compaiono i sintomi secondari, indicativi della diffusione sistemica dell’infezione. Questo stadio si manifesta solitamente entro 6-8 settimane dalla comparsa del cancro sifilitico.
I sintomi classici della sifilide secondaria includono:
- Eruzione cutanea sul palmo delle mani e sulla pianta dei piedi
- Lesioni muco-cutanee, come placche mucose o condylomata lata (condilomi piatti)
- Linfonodi ingrossati (linfoadenopatia)
- Mal di testa e dolori muscolari
- Febbre
- Perdita di capelli a chiazze (alopecia)
- Stanchezza (astenia)
Anche questi sintomi tendono a regredire spontaneamente nel giro di qualche settimana. Tuttavia, in assenza di adeguata terapia antibiotica, l’infezione progredisce silentemente allo stadio successivo.
Sifilide latente
Dopo la remissione dei sintomi secondari, la sifilide entra in una fase di latenza clinica, in cui non dà segni o sintomi obiettivi per lunghi periodi, anche molti anni.
Tuttavia, la presenza del Treponema pallidum è ancora rilevabile tramite test sierologici e la malattia rimane contagiosa. In circa il 25% dei casi non trattati si possono manifestare ricadute tardive o la malattia può evolvere nelle complicanze tardive.
Sifilide terziaria
In una minoranza di persone non trattate, dopo un intervallo di latenza clinica di molti anni, la sifilide progredisce nello stadio terziario o tardivo, potenzialmente fatale.
I sintomi della sifilide terziaria comprendono:
- Formazione di gummi (lesioni cutanee granulomatose)
- Neurosifilide (meningite, demenza e tabe dorsale)
- Cardiovasculosifilide (aneurisma aortico)
- Gomme ossee
- Atassia locomotoria
- Paralisi
Senza adeguata terapia, la sifilide terziaria può portare a gravissime complicazioni neurologiche, cardiovascolari e scheletriche.
Sifilide congenita
Quando una donna con sifilide non trattata trasmette l’infezione al feto, si sviluppa la sifilide congenita. I neonati possono presentare sintomi già alla nascita o nei primi anni di vita: rush cutaneo, rinorrea, ittero, epatosplenomegalia, linfoadenopatia, periostite o disturbi neurologici. La sifilide congenita non trattata è potenzialmente fatale.
Test per la sifilide
Per la diagnosi della sifilide sono disponibili diversi test, sia aspecifici che specifici per il Treponema, che permettono di evidenziare un’infezione in atto o pregressa.
Test sierologici non treponemici
I test sierologici non treponemici più comunemente usati per lo screening iniziale della sifilide sono:
- VDRL (Venereal Disease Research Laboratory): rileva anticorpi antilipoidali prodotti dall’ospite contro i fosfolipidi liberati dal Treponema. È più sensibile nelle fasi precoci dell’infezione.
- RPR (Rapid Plasma Reagin): simile al VDRL ma più semplice e rapido da eseguire. Anche questo positivizza nelle fasi acute.
Sono test sensibili, economici ed utili per il monitoraggio della risposta al trattamento, ma poco specifici. Possono dare falsi positivi in altre patologie. Richiedono spesso la conferma con un test treponemico.
Test sierologici treponemici
I test treponemici più usati per confermare la diagnosi di sifilide sono:
- FTA-ABS: rileva anticorpi specifici anti-Treponema pallidum mediante immunofluorescenza. Molto specifico.
- TPHA: un test di emoagglutinazione per anticorpi treponemici. Specificità elevata.
- EIA: tecnica immuno-enzimatica che evidenzia immunoglobuline specifiche. Buona sensibilità e specificità.
- Chemiluminescenza: alta sensibilità e specificità ma costi maggiori.
Sono test molto specifici per il Treponema pallidum e sono utili per confermare una diagnosi dubbia.
Test non sierologici
Esistono anche altri test non sierologici per la diagnosi di sifilide:
- Microscopia in campo oscuro: permette la visualizzazione diretta dei treponemi mobili in lesioni o fluidi biologici.
- PCR: amplificazione del DNA treponemico da lesioni cutanee, sangue o liquido cerebrospinale. Elevata sensibilità e specificità.
- Biopsia: esame istologico di una biopsia di un cancro sifilitico. Permette l’identificazione dei treponemi.
Test rapidi
Sono stati sviluppati dei test rapidi immunocromatografici che con una goccia di sangue forniscono una risposta qualitativa sulla presenza di anticorpi nel giro di 10-30 minuti. Comodi per screening sul campo. Richiedono poi conferma con test standard di laboratorio.
Trattamento della Sifilide
La sifilide è curabile con una terapia antibiotica, in genere basata su antibiotici quali penicillina , cefalosporine e macrolidi.
Il trattamento varia a seconda dello stadio della malattia. Nelle fasi precoci, una singola iniezione di penicillina può curare l’infezione. Nelle fasi più avanzate sono necessarie dosi multiple per settimane o mesi. Per coloro che sono allergici alla penicillina, possono essere prescritti altri antibiotici come la doxiciclina o l’azitromicina.
Farmaci utilizzati
Il farmaco di scelta per il trattamento della sifilide è la penicillina, efficace in tutti gli stadi. Le formulazioni utilizzate sono:
- Penicillina G benzatinica: una o tre dosi per via intramuscolare in base allo stadio
- Penicillina G procainica: somministrazione giornaliera per 10-15 giorni
- Penicillina G cristallina: per via endovenosa
Sono attive anche altre beta-lattamine, come le cefalosporine (ceftriaxone).
Nei pazienti allergici alla penicillina si usano i macrolidi, in particolare l’eritromicina e l’azitromicina.
Trattamento della sifilide primaria
Nella sifilide primaria è raccomandata una singola dose intramuscolare di penicillina G benzatinica 2,4 milioni UI.
In alternativa, doxiciclina 100 mg per via orale 2 volte al giorno per 14 giorni oppure azitromicina 2 g in dose singola.
È importante anche il trattamento di eventuali partner sessuali degli ultimi 3 mesi per evitare il rischio di re-infezione.
Trattamento della sifilide secondaria
Nella sifilide secondaria sono raccomandate tre dosi di penicillina G benzatinica 2,4 milioni UI ad intervalli di 1 settimana l’una dall’altra.
Opzioni alternative sono doxiciclina per 2-4 settimane o azitromicina per 2 settimane.
Si raccomanda un follow-up a 3, 6 e 12 mesi con titolazione degli anticorpi, poiché può essere necessaria una seconda serie di iniezioni se i titoli non si riducono adeguatamente.
Trattamento della sifilide latente precoce
Nella sifilide latente precoce (infezione da meno di un anno) va somministrata una serie di 3 dosi di penicillina G benzatinica ad intervalli settimanali, come nello stadio secondario.
Le opzioni orali sono doxiciclina 100 mg 2 volte al giorno per 2 settimane o azitromicina 2 g in dose singola.
Trattamento della sifilide latente tardiva
Nella sifilide latente da oltre un anno sono raccomandate 3 dosi settimanali di penicillina G benzatinica ad intervalli di 1 settimana l’una dall’altra.
In alternativa, doxiciclina 100 mg 2 volte al giorno per 4 settimane.
Per valutare la risposta al trattamento, è richiesto un attento monitoraggio con test sierologici a 3, 6, 12 e 24 mesi.
Trattamento della neurosifilide
Nella neurosifilide sono raccomandati 10-14 giorni di penicillina G cristallina per via endovenosa, 18-24 milioni UI al giorno.
In caso di allergia, ceftriaxone 2 g al giorno per 10-14 giorni per via endovenosa o intramuscolare.
Prevenzione della sifilide
La prevenzione della sifilide si basa su una combinazione di educazione alla salute sessuale, uso del preservativo e screening regolari.
Per prevenire la diffusione della sifilide è importante:
- Conoscere le modalità di trasmissione della sifilide
- Praticare sesso protetto con il preservativo
- Limitare il numero di partner sessuali
- Effettuare regolari test di screening per le malattie sessualmente trasmissibili
- Curare immediatamente eventuali infezioni con adeguata terapia antibiotica