La trombofilia è la tendenza di alcune persone all’’ipercoagulazione, cioè la propensione a formare coaguli sanguigni nelle vene profonde degli arti inferiori (trombosi venosa profonda) o nelle arterie cardiache (trombosi cardiaca).
Il test del DNA consente, grazie ad un semplice esame del sangue, di identificare i pazienti a rischio di trombosi mediante l’analisi di mutazioni associate alla malattia trombotica.
Quali vantaggi ha il test genetico per la trombolifia?
- Non è influenzata dalle alterazioni che si verificano durante la fase acuta di un evento trombotico.
- Non risente delle alterazioni che si verificano durante la terapia anticoagulante, durante la fase acuta di altre patologie, durante la terapia estroprogestinica, in gravidanza e in presenza di epatopatia.
- Permette di valutare il rischio individuale e familiare.
- Permette di impostare strategie preventive individuali e familiari.
Tramite il test genetico è possibile ricercare 4 mutazioni o estendere l’analisi a 13 mutazioni nei casi in cui sia necessario un approfondimento diagnostico. Le mutazioni prese in analisi dal nostro test sono:
PANNELLO 13 MUTAZIONI
- Fattore V di Leiden, Fattore V R2
- Fattore II, ß Fibrinogeno, PAI-1, Fattore XIII
- AGT, MTHFR C677T e A1298C
- CBS, AGTR1, HPA-1, ACE
PANNELLO 4 MUTAZIONI
- Fattore V di Leiden
- Fattore II della coagulazione (protrombina)
- MTHFR C677T e A1298C
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