Che cos’è l’epatite B
L’epatite B è una malattia infettiva causata dal virus HBV che se non trattata adeguatamente può evolvere in forme croniche e causare severi danni al fegato, fino alla cirrosi epatica e all’epatocarcinoma.
Il virus HBV, è un patogeno a DNA appartenente alla famiglia degli Hepadnavirus. Si tratta di un virus a trasmissione parenterale, sessuale e perinatale, che provoca un’infezione epatica acuta o cronica. L’HBV è più concentrato nel sangue, ma può essere presente anche in altri fluidi corporei come sperma e fluidi vaginali.
Il virus HBV ha un tropismo selettivo per gli epatociti, le cellule funzionali del fegato. Dopo l’infezione, il materiale genetico virale si integra con quello della cellula ospite e utilizza la sua maquinaria metabolica per replicarsi. Ciò porta alla lisi e morte dell’epatocita, con conseguente infiammazione e necrosi epatica.
L’infiammazione provocata dalla distruzione degli epatociti ad opera del virus porta all’attivazione del sistema immunitario. Si liberano citochine infiammatorie e cellule immunitarie che contribuiscono al danno epatico.
In base alla capacità dell’organismo di debellare l’infezione, si distinguono due decorsi clinici:
- Epatite B acuta: il sistema immunitario riesce a eliminare il virus nel giro di 6 mesi. I sintomi, quando presenti, scompaiono e non si hanno danni epatici permanenti.
- Epatite B cronica: il virus persiste nell’organismo, il fegato subisce un’infiammazione di lunga durata che provoca cicatrizzazione (cirrosi) e può evolvere in tumore epatico. Fortunatamente, con trattamenti adeguati e controlli regolari, la maggior parte delle persone con epatite B cronica può condurre una vita normale e produttiva.
Epidemiologia e trasmissione
L’epatite B ha un’estesa diffusione a livello globale, con una maggiore concentrazione di casi nelle zone dell’Africa, Asia e Pacifico occidentale. L’OMS stima che nel mondo ci siano circa 296 milioni di portatori cronici del virus. L’infezione si trasmette per via parenterale, sessuale e perinatale.
I principali meccanismi di contagio comprendono:
- Trasmissione parenterale tramite sangue infetto. Rappresenta il principale veicolo di infezione nelle aree endemiche. Può derivare dall’utilizzo di aghi, siringhe o altri dispositivi medici non adeguatamente sterilizzati, trasfusioni, trapianti, dialisi, tatuaggi o piercing effettuati con strumenti non monouso o non sterili;
- Trasmissione per via sessuale, attraverso rapporti non protetti con partner portatore del virus;
- Trasmissione perinatale, dalla madre positiva per HBV al neonato, durante o subito dopo il parto;
- Trasmissione tra conviventi, partner sessuali e familiari che condividono oggetti personali contaminati come spazzolini e rasoi.
Chi è affetto da epatite B può svolgere la maggior parte delle attività lavorative, fatta eccezione per alcune professioni mediche e sanitarie con rischio di trasmissione del virus.
Fortunatamente, una persona con epatite B può avere figli, ma per scongiurare la trasmissione dell’infezione al nascituro è imperativo consultare un medico e adottare le dovute precauzioni.
Come si manifesta
I sintomi dell’epatite B possono variare significativamente in base alla fase della malattia, se acuta o cronica. Mentre nella forma acuta i sintomi sono spesso evidenti, nell’epatite B cronica possono rimanere silenti per molti anni.
Nelle forme acute, dopo un periodo di incubazione di circa 1-4 mesi, possono presentarsi sintomi sistemici aspecifici come malessere, nausea, dolori articolari e muscolari, fino a manifestazioni più caratteristiche quali ittero (colorazione gialla di cute e mucose), urine scure, feci scolorite.
Nell’epatite B cronica i sintomi sono generalmente assenti per anni. In seguito possono comparire segni clinici legati al danno epatico in atto, come affaticamento, debolezza muscolare, disturbi cognitivi. Nelle fasi avanzate si hanno manifestazioni derivanti dalla cirrosi e dall’ipertensione portale (ascite, emorragie, encefalopatia epatica).
Epatite B acuta
Nelle epatiti B acute, dopo un periodo di incubazione di circa 1-4 mesi, possono comparire sintomi sistemici aspecifici come:
- Malessere e sensazione di spossatezza;
- Dolori muscolari e articolari diffusi;
- Febbre lieve.
Successivamente subentrano manifestazioni più caratteristiche dell’infiammazione epatica:
- Nausea, vomito, inappetenza;
- Dolore e fastidio a livello della parte superiore destra dell’addome;
- Sensibilità epatica alla palpazione;
- Urine di colore scuro, quasi brunastre;
- Feci di colorito chiaro o grigiastre;
- Prurito cutaneo;
- Ittero, ovvero colorazione giallastra di cute e mucose per accumulo di bilirubina.
Nei bambini e nei neonati l’epatite B acuta spesso decorre senza sintomi evidenti. Solo raramente può presentarsi come epatite fulminante, ovvero con insufficienza epatica acuta.
Generalmente i sintomi dell’epatite B acuta regrediscono nel giro di 1-3 mesi con adeguato riposo e terapia di supporto. Tuttavia il virus può rimanere silente nell’organismo e anni dopo dare origine a epatopatia cronica.
Epatite B cronica
A differenza delle forme acute, nella maggior parte dei casi l’epatite B cronica non dà sintomi per molti anni. Infatti il fegato ha una notevole capacità di rigenerarsi e compensare il danno subito.
Col tempo però, con il progredire dell’infiammazione e della fibrosi epatica, possono comparire segni clinici come:
- Affaticamento e debolezza muscolare;
- Calo ponderale inspiegabile;
- Turbe dell’umore e della cognitività;
- Dolori articolari e ossei;
- Sensibilità nel quadrante superiore destro dell’addome;
- Episodi di ittero.
Nelle fasi più avanzate, con lo sviluppo di cirrosi epatica e ipertensione portale, insorgono sintomi legati allo scompenso epatico:
- Ascite, ovvero accumulo di liquido addominale;
- Vomito con presenza di sangue digerito;
- Dilatazione delle vene dell’addome e dell’esofago;
- Tendenza alle emorragie muco-cutanee per deficit di fattori della coagulazione;
- Comparsa di “ragadi” e teleangectasie cutanee;
- Encefalopatia epatica, con deficit neurologici e alterazioni dello stato mentale.
In una piccola percentuale di casi si può sviluppare epatocarcinoma, un tumore primitivo epatico aggressivo.
Altri sintomi associati
Oltre ai sintomi prettamente epatici, l’epatite B può determinare manifestazioni extra-epatiche collegate all’azione del virus o alla risposta immunitaria dell’organismo, come:
- Artralgie e artrite;
- Porpora e vasculiti cutanee;
- Manifestazioni renali come proteinuria e sindrome nefrosica;
- Crioglobulinemia mista con interessamento multiorgano;
- Sintomi neurologici centrali e periferici;
- Anemia emolitica autoimmune.
Complicanze
Le principali complicazioni dell’epatite B cronica non adeguatamente trattata sono la cirrosi epatica, l’insufficienza epatica e l’epatocarcinoma.
La cirrosi deriva dalla sostituzione del parenchima epatico funzionante con tessuto fibrotico non funzionante. Altera l’architettura e la vascolarizzazione del fegato, con effetti sistemici e può evolvere in cancro del fegato.
L’insufficienza epatica si manifesta quando la massa funzionante residua non è più in grado di sostenere l’omeostasi, il metabolismo e la sintesi di fattori della coagulazione.
L’epatocarcinoma è un tumore primitivo maligno del fegato, che origina dalla proliferazione anomala di cellule epatiche indotta dalla rigenerazione cronica. Rappresenta la principale causa di morte nei soggetti con epatite B.
Diagnosi
Per diagnosticare l’epatite B si effettuano esami del sangue per ricercare gli antigeni del virus (HBsAg, HBeAg) e di eventuali anticorpi del virus (anti-HBs, anti-HBe, anti-HBc).
- Antigene HBsAg: indica che il soggetto è portatore attivo del virus. Viene dosato quantitativamente per monitorare l’andamento;
- Antigene HBeAg: denota che il virus è in fase di replicazione attiva;
- Anticorpi anti-HBs: compaiono dopo la guarigione o la vaccinazione;
- Anticorpi anti-HBc: indicano una precedente infezione da HBV e persistono a vita;
- Anticorpo anti-HBe: se presente indica una minor infettività.
Per una diagnosi definitiva e lo stadio clinico possono rendersi necessari ulteriori accertamenti come ecografia dell’addome, biopsia epatica, tests di funzionalità epatica.
Trattamento
Il trattamento dell’epatite B si basa su farmaci antivirali che inibiscono la replicazione del virus HBV e su terapie di supporto per controllare i sintomi e prevenire le complicanze. La scelta terapeutica dipende dalla fase acuta o cronica dell’infezione e dal grado di danno epatico presente.
Epatite B acuta
Nelle epatiti B acute, di solito non sono necessari trattamenti specifici. Con adeguato riposo e astensione da alcol e farmaci epatotossici, nella maggior parte dei casi l’infezione si risolve spontaneamente entro poche settimane o mesi.
Vengono somministrate terapie sintomatiche come:
- Antidolorifici e antifebbrili per controllare sintomi sistemici;
- Antiemetici contro nausea e vomito;
- Integratori vitaminici e di aminoacidi ramificati;
- Infusioni di liquidi in caso di vomito/diarrea intense.
Nei casi molto gravi si ricorre a farmaci antivirali e corticosteroidi. Nei rarissimi casi di insufficienza epatica acuta può rendersi necessario il trapianto di fegato.
Epatite B cronica
Non esiste una terapia definitiva per l’epatite B cronica, ma si possono tenere sotto controllo i sintomi e l’evoluzione con farmaci antivirali e adottando stili di vita salutari.
Nell’epatite B cronica è indicata una terapia antivirale di lunga durata per sopprimere la replicazione del virus ed evitare la progressione del danno epatico.
I farmaci utilizzati sono:
- Interferone pegilato: immunomodulante ad azione antivirale. Va assunto per iniezione sottocutanea, comporta effetti collaterali;
- Analoghi nucleosidici/nucleotidici: inibitori diretti della polimerasi virale (entecavir, tenofovir, telbivudina). Sono per via orale con buona efficacia e tollerabilità;
- Farmaci immunomodulanti: potenziano la risposta immunitaria contro il virus;
Il trattamento antivirale va proseguito per mesi o anni, monitorando la risposta tramite esami del sangue.
L’epatite B cronica non è contagiosa quando grazie a una terapia antivirale efficace l’infezione non è in fase attiva e l’HBV non si replica . La totale assenza di contagio deve essere confermata da test ripetuti che mostrano assenza dell’HBsAg.
Terapie di supporto
Oltre ai farmaci antivirali, nell’epatite cronica sono utili alcune terapie di supporto come:
- Evitare alcol, fumo e farmaci epatotossici;
- Seguire una dieta leggera, ipoglucidica, con adeguato apporto proteico;
- Riposo ed evitare eccessiva stanchezza fisica;
- Integratori vitaminici e sali minerali;
- Farmaci protettori epatici (acido ursodesossicolico);
- Diuretici e lassativi in caso di ascite o encefalopatia;
- Betabloccanti per controllare ipertensione portale.
Vaccino
L’OMS stima che nel 2019 296 milioni di persone convivessero con l’infezione cronica da epatite B, con 1,5 milioni di nuove infezioni ogni anno. Nel 2019, l’epatite B ha provocato circa 820.000 decessi, principalmente per cirrosi e carcinoma epatocellulare (cancro epatico primario).
Si stima, che negli ultimi 30 anni, la diffusione su larga scala del vaccino abbia già prevenuto oltre 88 milioni di casi cronici e 21 milioni di decessi per cirrosi ed epatocarcinoma.
Il vaccino per l’epatite B è un vaccino inattivato che induce una risposta immunitaria protettiva contro il virus HBV, prevenendo efficacemente l’insorgenza dell’infezione e delle conseguenti patologie epatiche acute e croniche.
Si tratta di un vaccino ricombinante ottenuto mediante tecniche di ingegneria genetica, che contiene l’antigene di superficie del virus (HBsAg) come principio attivo. Tale antigene stimola la produzione di anticorpi neutralizzanti anti-HBs da parte dei linfociti B.
Il vaccino anti-HBV è disponibile in formulazione pediatrica e per adulti e viene somministrato per via intramuscolare, secondo schemi che prevedono tre dosi a distanza di uno o più mesi. È ben tollerato e garantisce livelli protezione oltre il 95% già dopo la seconda dose. L’immunità persiste per oltre 15 anni.
Il vaccino per l’epatite B è raccomandato per:
- Neonati, adolescenti e categorie ad alto rischio di infezione;
- Operatori sanitari;
- Conviventi e partner sessuali di portatori di HBsAg;
- Pazienti con epatopatie croniche;
- Viaggiatori diretti in Paesi ad alta endemia di HBV.
La vaccinazione è somministrata anche dopo un’esposizione accidentale al virus, associata alla profilassi con immunoglobuline anti-HBV, per prevenire l’infezione in soggetti non immuni.
La risposta immunitaria può essere subottimale in dializzati, immunocompromessi e anziani. In tali casi sono previsti richiami periodici del vaccino.
Prevenzione
Oltre alla vaccinazione, le principali misure di prevenzione per evitare il contagio da HBV sono:
- Precauzioni nei rapporti sessuali, soprattutto l’uso del preservativo;
- Attenzione all’igiene e alla sterilizzazione di strumenti medici, da tatuaggio o estetici;
- Controllo scrupoloso delle trasfusioni e donazioni di sangue,
- Lotta alla tossicodipendenza ed educazione sull’uso personale degli aghi.
Quando consultare subito il medico
È importante rivolgersi immediatamente al medico di fiducia se compaiono sintomi sospetti come: urine scure, ittero, dolore addominale, nausea, astenia, o in caso di contatti a rischio (sesso non protetto, puntura accidentale).
Inoltre, presta massima attenzione ad alcuni campanelli d’allarme che possono far sospettare l’insorgenza di un’epatite B come:
- Comparsa inspiegabile di malessere, affaticamento, calo dell’appetito;
- Colorazione insolitamente scura delle urine e chiara delle feci;
- Prurito diffuso e sensazione di pelle secca;
- Dolore o fastidio localizzato nell’area del fegato;
- Ingiallimento della cute e del bianco degli occhi;
- Nausea, vomito, sensazione di pesantezza addominale.
Di fronte a tali sintomi, per accertare o escludere un’epatite virale è opportuno sottoporsi tempestivamente ad analisi cliniche ematiche e ad una visita specialistica epatologica. Ricorda che una diagnosi precoce migliora la prognosi e previene l’evoluzione verso l’epatopatia cronica o gravi complicanze
Dove fare il test per l’epatite B
Il test per rilevare il virus dell’epatite B ed eventuali danni epatici viene prescritto dal medico di base e consiste in un prelievo ematico.
Gli esami possono essere effettuati presso laboratori di analisi cliniche, ambulatori specialistici di gastroenterologia, centri specializzati nella cura delle malattie sessualmente trasmissibili e a domicilio su Milano e provincia.