Cos’è l’herpes genitale
L’herpes genitale è un’infezione virale a trasmissione sessuale causata dal virus dell’herpes simplex (HSV), di cui esistono due tipi: HSV-1 e HSV-2. Sebbene entrambi i ceppi virali possano provocare l’herpes genitale, il principale responsabile di questa patologia è l’HSV-2.
L’herpes genitale è altamente contagioso durante la fase attiva dell’infezione, quando sono presenti le lesioni o le vescicole. Tuttavia, il virus può essere trasmesso anche in assenza di sintomi evidenti, attraverso lo shedding virale asintomatico.
I sintomi dell’herpes genitale possono manifestarsi alcuni giorni dopo l’esposizione al virus e includono prurito, bruciore o dolore nella zona genitale, seguito dalla comparsa di piccole vescicole o ulcere dolorose. Queste lesioni si sviluppano solitamente sulla vulva, nella vagina, sul pene, nello scroto o nella regione perianale.
Altri sintomi associati possono comprendere febbre, linfoadenopatia inguinale, malessere generale e mialgie. Dopo la manifestazione iniziale, il virus permane nell’organismo in forma latente, con la possibilità di riattivarsi periodicamente causando recidive sintomatiche.
Per diagnosticare l’herpes genitale, il medico può effettuare un esame visivo delle lesioni, un prelievo di campioni dalle vescicole per la coltura virale o test molecolari come la PCR, oltre a esami del sangue per rilevare la presenza di anticorpi specifici.
Attualmente non esiste una cura definitiva per l’herpes genitale e il virus persiste nell’organismo per tutta la vita. Fortunatamente, sono disponibili terapie antivirali efficaci, come aciclovir, valaciclovir e famciclovir, che possono ridurre la durata e la gravità delle recidive, oltre a diminuire il rischio di trasmissione del virus. Questi farmaci vengono solitamente assunti per via orale e possono essere prescritti sia per il trattamento degli episodi acuti sia come terapia soppressiva a lungo termine per prevenire le recidive e minimizzare il rischio di contagio.
La guarigione dell’herpes genitale è solitamente accompagnata dalla graduale scomparsa dei sintomi, come la riduzione del dolore, del prurito e dell’infiammazione, e dalla progressiva cicatrizzazione delle lesioni. Il processo di guarigione può richiedere da 2 a 4 settimane, a seconda della gravità dell’infezione e della risposta individuale al trattamento. I sintomi più acuti di solito si risolvono entro 7-10 giorni.
Le persone affette da herpes genitale per evitare la trasmissione del virus ai partner sessuali devono adottare alcune misure preventive. Tra queste, l’utilizzo del profilattico durante i rapporti sessuali e l’astensione dai rapporti in presenza di lesioni attive.
Per prevenire le recidive di herpes genitale, è importante mantenere uno stile di vita sano, gestire lo stress, utilizzare preservativi durante i rapporti sessuali e considerare la terapia antivirale soppressiva se le recidive sono frequenti.
Trasmissione
L’herpes genitale è causato dal virus dell’herpes simplex di tipo 1 (HSV-1) o di tipo 2 (HSV-2). Il virus si trasmette attraverso il contatto diretto con le lesioni o le secrezioni genitali di una persona infetta.
Si stima che a livello globale, circa il 11% della popolazione di età compresa tra i 15 e i 49 anni sia infetta dal virus dell’herpes simplex di tipo 2 (HSV-2), responsabile della maggior parte dei casi di herpes genitale.
La trasmissione dell’herpes genitale avviene principalmente attraverso il contatto diretto con le lesioni erpetiche o i fluidi corporei infetti durante i rapporti sessuali, che includono i rapporti orali, vaginali e anali.
Il rischio di contrarre l’herpes genitale aumenta con l’incremento del numero di partner sessuali e con la presenza di altre infezioni sessualmente trasmissibili (IST). L’utilizzo corretto e costante del profilattico durante i rapporti sessuali può ridurre significativamente il rischio di trasmissione, ma non lo elimina completamente, poiché il virus può essere presente in aree non coperte dal preservativo. Inoltre, il contatto oro-genitale può favorire la trasmissione dell’HSV-1, solitamente associato all’herpes labiale, alla regione genitale.
Il virus dell’herpes simplex (HSV) può essere trasmesso anche in assenza di sintomi evidenti. Questo fenomeno, noto come shedding asintomatico, rende possibile la trasmissione del virus anche quando non sono presenti lesioni visibili e la pelle risulta apparentemente sana. Questo aspetto tende a favorire maggiormente il contagio poiché molte persone affette possono essere inconsapevoli della propria condizione e trasmettere involontariamente il virus ai partner.
Sebbene l’herpes genitale sia principalmente associato alla trasmissione attraverso rapporti sessuali, è possibile contrarre l’infezione anche in assenza di penetrazione. Il virus dell’herpes simplex (HSV) può essere trasmesso attraverso il contatto diretto pelle-pelle con le lesioni erpetiche o con i fluidi corporei infetti. Pertanto, pratiche come il petting, il contatto genitale senza penetrazione o il contatto oro-genitale possono comunque comportare un rischio di trasmissione dell’HSV.
Le donne in gravidanza affette da herpes genitale possono trasmettere il virus al neonato durante il parto vaginale, specialmente se l’infezione primaria viene contratta nell’ultimo trimestre di gestazione. L’herpes neonatale è una condizione potenzialmente grave che può causare complicanze neurologiche e sistemiche nel neonato. Per prevenire la trasmissione verticale, può essere necessario ricorrere al parto cesareo in presenza di lesioni erpetiche attive al momento del travaglio.
Sintomatologia
La sintomatologia dell’herpes genitale può variare da persona a persona e può manifestarsi in modo differente durante l’infezione primaria rispetto alle recidive successive.
Nelle fasi iniziali, i sintomi possono comparire da 2 a 12 giorni dopo l’esposizione al virus e includono prurito, bruciore o dolore nella zona genitale, seguito dalla comparsa di piccole vescicole o ulcere dolorose. Queste lesioni si sviluppano solitamente sulla vulva, nella vagina, sul pene, nello scroto o nella regione perianale e possono essere accompagnate da secrezioni sierose o purulente.
Oltre alle manifestazioni locali, l’herpes genitale può causare sintomi sistemici, in particolare durante l’infezione primaria. Questi possono comprendere febbre, linfoadenopatia inguinale, mal di testa, mialgie e malessere generale.
Nelle donne, l’infezione può estendersi al collo dell’utero (cervicite erpetica) causando leucorrea e sanguinamento anomalo. Nei casi più gravi, l’herpes genitale può provocare ritenzione urinaria, a causa del dolore intenso durante la minzione, o complicanze neurologiche come la meningite asettica.
Dopo l’episodio iniziale, il virus dell’herpes simplex (HSV) permane nell’organismo in forma latente, con la possibilità di riattivarsi periodicamente causando recidive sintomatiche. Le recidive sono solitamente meno gravi e di durata inferiore rispetto all’infezione primaria. I sintomi delle recidive possono includere prurito, formicolio o dolore nella zona genitale, seguito dalla comparsa di vescicole o ulcere di dimensioni ridotte. Queste lesioni tendono a guarire spontaneamente entro 7-10 giorni senza lasciare cicatrici.
Alcuni soggetti affetti da herpes genitale possono manifestare sintomi lievi o addirittura essere asintomatici. Questo fenomeno, noto come infezione subclinica, rende difficile la diagnosi e favorisce la trasmissione inconsapevole del virus ai partner sessuali.
Il dolore associato all’herpes genitale è più intenso durante la fase acuta dell’infezione, che può durare da 7 a 10 giorni. Il disagio può persistere per tutto il periodo di guarigione, che può richiedere fino a 4 settimane.
Sintomi uomo e donna
Sia negli uomini che nelle donne, l’infezione primaria da herpes genitale può essere accompagnata da sintomi sistemici come febbre, mal di testa, mialgie e malessere generale. Questi sintomi tendono ad essere più gravi e duraturi rispetto a quelli sperimentati durante le recidive successive. Nelle recidive, i sintomi sono solitamente più lievi e di durata inferiore, limitandosi principalmente alle manifestazioni locali nella zona genitale colpita.
Negli uomini, le lesioni erpetiche si sviluppano principalmente sul pene, sul glande, sul prepuzio o nella regione perianale. Inizialmente, possono comparire aree di eritema e prurito, seguite dalla formazione di vescicole dolorose che si rompono rapidamente lasciando ulcere superficiali. Queste lesioni possono essere accompagnate da secrezioni sierose o purulente e da linfoadenopatia inguinale. Negli stadi avanzati, le ulcere tendono a formare croste e guariscono senza lasciare cicatrici.
Nelle donne, l’herpes genitale colpisce principalmente la vulva, le grandi e piccole labbra, il clitoride, la vagina e la cervice uterina. I sintomi iniziali includono prurito, bruciore e dolore nella zona genitale, seguiti dalla comparsa di vescicole o ulcere dolorose. Le lesioni possono essere accompagnate da secrezioni vaginali anomale e sanguinamento. Nelle donne, l’herpes genitale può estendersi al collo dell’utero causando cervicite erpetica, caratterizzata da leucorrea e sanguinamento intermestruale. Inoltre, le donne possono sperimentare disuria o difficoltà nella minzione a causa del dolore intenso provocato dalle ulcere.
Sia gli uomini che le donne affette da herpes genitale possono sperimentare periodi di latenza e shedding asintomatico del virus. Durante questi periodi, il virus può essere trasmesso ai partner sessuali anche in assenza di sintomi evidenti.
Le vescicole o bolle associate all’herpes genitale di solito si sviluppano durante la fase acuta dell’infezione e possono durare da 7 a 10 giorni prima di rompersi e formare delle croste. Il processo di guarigione completo può richiedere fino a 4 settimane.
Diagnosi
Il medico specialista per la diagnosi e il trattamento dell’herpes genitale è solitamente un dermatologo o un infettivologo. Tuttavia, possono occuparsi di questa condizione anche i ginecologi e gli urologi.
La diagnosi dell’herpes genitale si basa su valutazione clinica ed esami di laboratorio. Il medico ricerca la presenza di vescicole, ulcere o altre manifestazioni cutanee tipiche dell’infezione erpetica.
Per confermare la diagnosi, si procede al prelievo di campioni dalle lesioni mediante tampone o biopsia. Il gold standard diagnostico è rappresentato dalla coltura virale, che permette l’isolamento del virus dell’herpes simplex (HSV) dai campioni biologici. Tuttavia, la coltura richiede diversi giorni per fornire risultati definitivi. In alternativa, si possono impiegare test di amplificazione degli acidi nucleici, come la PCR (Polymerase Chain Reaction), che rilevano la presenza del DNA virale con elevata sensibilità e specificità, offrendo risultati rapidi e affidabili.
Oltre ai test diretti, la diagnosi dell’herpes genitale può essere supportata da esami sierologici che rilevano la presenza di anticorpi specifici contro l’HSV. Gli anticorpi IgM sono indicativi di un’infezione recente o primaria, mentre gli anticorpi IgG persistono nel tempo e suggeriscono un’infezione pregressa o recidivante. Tuttavia, l’interpretazione dei risultati sierologici richiede cautela, poiché la sieroconversione può richiedere diverse settimane e la presenza di anticorpi non sempre correla con un’infezione attiva.
In alcuni casi, tecniche di imaging come la risonanza magnetica (RM) possono essere utilizzate per valutare l’estensione dell’infezione e identificare eventuali complicanze, come la meningite erpetica o il coinvolgimento del sistema nervoso. Nelle donne, l’esame ginecologico con colposcopia può essere indicato per valutare la presenza di lesioni cervicali o vaginali associate all’herpes genitale. Una diagnosi tempestiva e accurata è fondamentale per instaurare un trattamento adeguato, prevenire la trasmissione del virus ai partner sessuali e gestire efficacemente le recidive.
Trattamento
Il trattamento dell’herpes genitale si basa principalmente sull’utilizzo di farmaci antivirali specifici per il virus dell’herpes simplex (HSV). Durante l’infezione primaria, l’infettivologo può prescrivere un ciclo di terapia antivirale per via orale, solitamente con aciclovir, valaciclovir o famciclovir. Questi farmaci agiscono inibendo la replicazione virale, riducendo la durata e la gravità dei sintomi, e accelerando la guarigione delle lesioni. La terapia antivirale è più efficace se iniziata precocemente, entro 72 ore dalla comparsa dei primi sintomi.
Oltre al trattamento farmacologico, il medico può consigliare misure sintomatiche per alleviare il disagio associato all’herpes genitale. Queste includono l’applicazione di impacchi freddi sulla zona interessata per ridurre il dolore e l’infiammazione, l’uso di creme o gel anestetici locali per lenire il prurito e il bruciore, e l’assunzione di antidolorifici orali come il paracetamolo o l’ibuprofene. Mantenere l’area genitale pulita e asciutta, ed evitare l’uso di saponi irritanti o prodotti chimici aggressivi, può favorire la guarigione delle lesioni e prevenire infezioni secondarie.
Per i pazienti che sperimentano recidive frequenti di herpes genitale, il medico può raccomandare una terapia antivirale soppressiva a lungo termine. Questa prevede l’assunzione giornaliera di farmaci antivirali, anche in assenza di sintomi attivi, per ridurre la frequenza e la gravità delle recidive. La terapia soppressiva può essere particolarmente indicata per i pazienti che desiderano ridurre il rischio di trasmissione del virus ai partner sessuali o per le donne in gravidanza per prevenire la trasmissione neonatale durante il parto.
È importante sottolineare che, sebbene il trattamento antivirale sia efficace nel controllare i sintomi e ridurre la trasmissione del virus, attualmente non esiste una cura definitiva per l’herpes genitale. Il virus rimane latente nell’organismo e può riattivarsi periodicamente causando recidive.
Se non trattato, l’herpes genitale può causare sintomi prolungati e dolorosi, aumentare il rischio di trasmissione ad altri partner sessuali e, in rari casi, portare a complicanze come la meningite erpetica o problemi durante la gravidanza.
Durante un episodio di herpes genitale è importante mantenere una buona igiene personale, lavando delicatamente la zona interessata con acqua tiepida e un sapone delicato, ed asciugando accuratamente. Evitare l’uso di prodotti irritanti o aggressivi.
Farmaci
I farmaci antivirali agiscono selettivamente sul virus dell’herpes simplex (HSV) inibendone la replicazione. L’aciclovir è stato il primo farmaco approvato per il trattamento dell’herpes genitale ed è quello più prescritto. È disponibile in formulazioni orali e topiche, e viene solitamente somministrato per 5-10 giorni durante l’infezione primaria o per 1-5 giorni durante le recidive. L’aciclovir è generalmente ben tollerato, ma può causare effetti collaterali lievi come nausea, vomito e cefalea.
Il valaciclovir e il famciclovir sono farmaci antivirali di seconda generazione, caratterizzati da una maggiore biodisponibilità orale e un regime posologico più conveniente rispetto all’aciclovir. Il valaciclovir è un profarmaco dell’aciclovir, convertito in aciclovir attivo nell’organismo, e richiede una somministrazione meno frequente. Il famciclovir, invece, è un analogo nucleosidico con una lunga emivita, che consente una somministrazione giornaliera singola. Entrambi i farmaci sono efficaci nel ridurre la durata e la gravità dei sintomi dell’herpes genitale e nel prevenire le recidive.
Per i pazienti con recidive frequenti di herpes genitale, il medico può raccomandare una terapia soppressiva a lungo termine con aciclovir, valaciclovir o famciclovir. La dose giornaliera di farmaco antivirale viene adattata individualmente in base alla frequenza delle recidive e alla risposta del paziente. La terapia soppressiva può ridurre significativamente il numero di recidive e la durata dei sintomi, migliorando la qualità di vita dei pazienti. Inoltre, riduce il rischio di trasmissione del virus ai partner sessuali.
È importante sottolineare che i farmaci antivirali per l’herpes genitale devono essere prescritti e monitorati da un medico specialista in malattie infettive. La scelta del farmaco, la dose e la durata del trattamento dipendono dalla gravità dell’infezione, dalla frequenza delle recidive e dalle caratteristiche individuali del paziente. Inoltre, i pazienti devono essere informati che, sebbene i farmaci antivirali siano efficaci nel controllare l’infezione, non eliminano completamente il virus dall’organismo e non prevengono la possibilità di trasmissione.
Prevenzione
La prevenzione dell’herpes genitale comprende l’adozione di comportamenti sessuali responsabili, l’utilizzo sistematico del preservativo durante i rapporti sessuali e con l’educazione sanitaria. Sebbene i preservativi non forniscano una protezione assoluta, in quanto le lesioni erpetiche possono manifestarsi in aree non coperte, il loro impiego riduce considerevolmente il rischio di acquisizione e trasmissione del virus dell’herpes simplex (HSV).
L’astinenza dai contatti sessuali durante le fasi di attività dell’infezione erpetica rappresenta una misura preventiva fondamentale. I pazienti affetti devono essere edotti a riconoscere i prodromi e i segni clinici dell’infezione in fase attiva, come prurito, bruciore o presenza di vescicole, e ad evitare i rapporti sessuali durante tali periodi.
Nei pazienti con herpes genitale ricorrente, la terapia antivirale soppressiva continuativa può rivelarsi un presidio efficace per la prevenzione delle recidive e la riduzione del rischio di trasmissione. L’assunzione quotidiana di farmaci antivirali, quali aciclovir, valaciclovir o famciclovir, sopprime la replicazione virale e diminuisce la presenza di virus infettante nelle secrezioni genitali, riducendo la probabilità di contagio ai partner sessuali. La decisione di intraprendere una profilassi antivirale a lungo termine deve essere ponderata dal medico specialista in base alla frequenza e alla gravità delle recidive.
I medici hanno il compito e il dovere di fornire informazioni esaustive e accurate ai pazienti e alla collettività riguardo alle modalità di trasmissione dell’HSV, ai sintomi dell’infezione, alle misure preventive e all’importanza di un tempestivo consulto medico in caso di sospetta infezione.
Test
Esistono diverse tipologie di test per l’herpes genitale, ciascuna con caratteristiche peculiari. Il test sierologico, ad esempio, ricerca la presenza di anticorpi specifici nel sangue, offrendo informazioni circa l’avvenuta esposizione al virus. Il test del DNA, effettuato su un campione prelevato dalla lesione sospetta, consente di identificare il materiale genetico del virus, confermando la diagnosi e tipizzando il ceppo virale (HSV-1 o HSV-2).
La scelta del test più appropriato dipende da molteplici fattori, tra cui la sintomatologia del paziente, la fase dell’infezione e le indicazioni cliniche specifiche. In presenza di lesioni genitali attive, il test del DNA rappresenta spesso l’opzione diagnostica preferenziale, in virtù della sua elevata sensibilità e specificità.
Tuttavia, è importante sottolineare che un risultato negativo al test per l’herpes genitale non esclude categoricamente l’infezione, soprattutto in assenza di sintomi evidenti. Pertanto, qualora sussistano dubbi o preoccupazioni, è sempre consigliabile rivolgersi al proprio medico curante o a un infettivologo per una valutazione clinica accurata e un consulto personalizzato.
Dove fare i test a Milano e provincia
I test per l’Herpes genitale sono disponibili presso servizi sanitari pubblici e centri per le malattie sessualmente trasmesse. A Milano, lo studio infermieristico Prelievo a domicilio esegue test ed esami a domicilio per l’herpes genitale e tutte le infezioni da malattie sessualmente trasmissibili.