Cos’è la tricomoniasi
La tricomoniasi è un’infezione sessualmente trasmissibile che colpisce principalmente l’apparata urogenitale causata dal protozoo Trichomonas vaginalis. I sintomi principali si manifestano generalmente entro 5-28 giorni dal contagio, tuttavia circa il 30% delle persone infette può rimanere asintomatica.
Nelle donne, i sintomi possono manifestarsi con perdite vaginali dense di colore giallo-verde spesso maleodoranti, con fastidio e irritazione quando si urina e gonfiore dei tessuti vulvari. Negli uomini, i sintomi possono essere meno evidenti, con leggere perdite uretrali, lieve irritazione del glande e fastidi durante la minzione.
La diagnosi avviene analizzando al microscopio i fluidi urogenitali ma per confermare la presenza di infezione il medico può richiedere analisi aggiuntive come colture e test molecolari.
Il trattamento terapeutico prevede la somministrazione di farmaci antiprotozoari come il metronidazolo o il tinidazolo, in dose singola o per un breve ciclo di terapia. Durante il trattamento farmacologico non si possono avere rapporti sessuali e per scongiurare possibili recidive è necessario trattare contemporaneamente tutti i partner coinvolti con il soggetto portatore.
Sintomi donna
Le donne con infezione da T. vaginalis presentano secrezioni anomale, di aspetto schiumoso e colorazione giallo-verde accompagnato spesso da un odore sgradevole spesso descritto come “ammoniacale” o “di pesce” che può intensificarsi dopo i rapporti intimi.
Il disagio genitale si manifesta con prurito intenso nelle zone intime con possibile estensione all’area perineale, bruciore persistente durante la minzione, dolore durante i rapporti sessuali, gonfiore e arrossamento della vulva, sensazione di pesantezza pelvica.
La mucosa vaginale può mostrare segni di infiammazione, puntini sul collo uterino, maggiore sensibilità, cambiamenti nella lubrificazione e sanguinamenti intermenstruali occasionali.
I sintomi possono aumentare durante il ciclo mestruale, peggiorare dopo sforzi fisici ed essere soggetti a periodi di calma e ricadute.
Il quadro clinico richiede particolare attenzione quando si presentano febbre leggera persistente, fastidi al basso ventre, alterazioni del ciclo mestruale, problemi ad urinare e senso generale di malessere.
Sintomi uomo
Gli uomini con infezione da tricomoniasi mostrano segni meno evidenti delle donne e ciò può determinare una diagnosi tardiva, aumentando così il rischio di trasmissione inconsapevole del patogeno ai partner sessuali.
I disturbi urinari più comuni includono bruciore durante la minzione, frequente bisogno di urinare, disagio nell’uretra, lievi perdite trasparenti, tracce di sangue nelle urine.
I disturbi genitali possono includere lieve prurito nell’area del glande, irritazione del prepuzio, fastidio durante i rapporti e gonfiore occasionale dei tessuti.
Il decorso dei sintomi segue questo andamento:
- Comparsa graduale dei primi segnali;
- Intensità variabile durante la giornata;
- Periodi di apparente miglioramento;
- Riacutizzazioni dopo l’attività sessuale;
- Persistenza in assenza di trattamento.
Negli uomini, se l’infezione non viene adeguatamente trattata possono insorgere complicanze come infiammazione della prostata, disturbi della fertilità temporanei, infezioni ricorrenti del tratto urinario, un aumento del rischio di contrarre altre infezioni sessualmente trasmissibili e possibili problemi alla vescica.
Come si prende la tricomoniasi
La trasmissione della tricomoniasi avviene principalmente attraverso rapporti sessuali non protetti con una persona infetta. Il protozoo Trichomonas vaginalis si trasmette mediante il contatto diretto tra le mucose genitali durante l’attività sessuale.
Il contagio avviene per contatto tra parti intime, scambio di secrezioni durante i rapporti, uso condiviso di oggetti intimi non igienizzati, contatto con biancheria intima contaminata e molto raramente a causa dell’utilizzo di servizi igienici pubblici.
I fattori di rischio che aumentano la probabilità di contrarre l’infezione includono: rapporti intimi non protetti con partner multipli, precedente anamnesi di malattie sessualmente trasmissibili, poca attenzione all’igiene, sistema immunitario compromesso.
È importante sottolineare che la tricomoniasi non si trasmette con strette di mano o abbracci, condivisione di stoviglie o bevande, utilizzo di piscine pubbliche, contatto con superfici comuni, tosse o starnuti.
Diagnosi della tricomoniasi
La diagnosi della tricomoniasi avviene con un’attenta anamnesi dei sintomi e una visita specialistica ginecologica o urologica, seguita da test per identificare la presenza del protozoo responsabile dell’infezione.
La diagnosi si basa principalmente sull’esame microscopico delle secrezioni, test NAAT per il DNA del parassita, colture, analisi del pH, test rapidi immunocromatografici ed analisi molecolari ad alta sensibilità
Nelle donne, il prelievo del materiale biologico viene effettuato mediante tampone vaginale, tampone cervicale e misurazione del pH, negli uomini si procede con la raccolta delle prime urine del mattino o attraverso tampone uretrale.
Il percorso diagnostico considera altre possibili cause come vaginosi batterica, candidosi e infezioni da clamidia.
Trattamento della tricomoniasi
La cura per la tricomoniasi prevede l’uso di farmaci specifici come metronidazolo o tinidazolo. Il trattamento va eseguito secondo le precise indicazioni del medico, che stabilisce le dosi in base alla gravità dei sintomi e al quadro clinico del paziente.
Il piano terapeutico si basa sulla somministrazione di una dose singola di antibiotico, anche se talvolta serve un ciclo più lungo di 5-7 giorni. Chi segue la terapia non deve consumare alcol e deve terminare tutto il ciclo di medicine, anche se nota miglioramenti rapidi. Inoltre, per alleviare il fastidio e l’irritazione della zona intima, il medico può prescrivere l’uso di prodotti lenitivi locali, raccomandare di seguire un’alimentazione sana e di bere tanta acqua.
Per impedire nuove infezioni e la diffusione del microrganismo, tutti i partner devono seguire il trattamento nello stesso momento. Durante il periodo di cura e per almeno una settimana dopo il completamento della terapia si deve evitare qualsiasi tipo di attività sessuale.
Il controllo post-trattamento prevede una visita di controllo dopo circa due settimane dal termine della terapia. In caso di persistenza dei sintomi o di recidive frequenti, potrebbero essere necessari ulteriori accertamenti per escludere la presenza di resistenze farmacologiche o di altre patologie concomitanti.
L’infezione non trattata può causare complicanze serie come infiammazione pelvica nelle donne, problemi alla prostata negli uomini e maggiore rischio di contrarre altre malattie sessualmente trasmissibili, incluso l’HIV. Durante la gravidanza, può provocare parto prematuro e basso peso alla nascita.
Farmaci per la cura della tricomoniasi
Il farmaco di prima scelta per il trattamento della tricomoniasi è il metronidazolo, un antibotico disponibile sia in formulazione orale che locale. Agisce interferendo con il metabolismo energetico del Trichomonas vaginali ed è in grado di debellare l’infezione nel 90% dei casi.
Un altro farmaco è il tinidazolo, il principio attivo presenta un meccanismo d’azione simile al metronidazolo ma con minor incidenza di effetti collaterali gastrointestinali.
La posologia prevede generalmente la somministrazione di una dose unica di 2 grammi di metronidazolo o tinidazolo, oppure un ciclo di 500 mg due volte al giorno per 5-7 giorni. La scelta dipende dal quadro clinico del paziente e dalla severità dell’infezione.
Gli effetti indesiderati più comuni di questi farmaci includono disturbi digestivi e sapore metallico in bocca. Per evitare possibili reazioni avverse come nausea intensa, vomito e tachicardia, chi li assume deve evitare rigorosamente il consumo di bevande alcoliche per almeno 24-48 ore dopo l’ultima dose.
Prevenzione della tricomoniasi
La migliore protezione dalla tricomoniasi si ottiene con l’uso del preservativo durante i rapporti sessuali. Il profilattico evita il contatto tra le mucose genitali, riducendo il rischio di trasmissione del protozoo responsabile dell’infezione.
Per ridurre i rischi serve avere pochi partner e parlare apertamente della propria salute intima. Se hai avuto rapporti sessuali senza protezione o in presenza di sisturbi e sintomi è necessario contattare immediatamente il proprio medico e bisogna eseguire quanto prima gli esami specifici e quelli periodici.
Una buona igiene intima con prodotti delicati mantiene in equilibrio la flora naturale. Non usare detergenti forti o profumati che cambiano il pH delle mucose e facilitano le infezioni. Per prevenire l’infezione usa solo la tua biancheria intima, asciugati con cura dopo la pulizia e non condividere oggetti per l’igiene personale.