Linfogranuloma venereo: sintomi, cause e cura

Linfogranuloma Venereo: sintomi, cause e cura

Cos’è il Linfogranuloma venereo

Il linfogranuloma venereo (LGV) è una malattia sessualmente trasmissibile causata da specifici sierotipi di Chlamydia trachomatis (in particolare L1, L2 e L3), un batterio gram-negativo intracellulare che colpisce principalmente i linfonodi e i tessuti linfatici causando inizialmente piccole lesioni indolori seguite da ingrossamento dei linfonodi.

La trasmissione avviene principalmente attraverso rapporti sessuali non protetti con un partner infetto. Il batterio può essere trasmesso per via vaginale, anale e orale.

Se non trattato adeguatamente, l’LGV può portare a complicanze serie e debilitanti, tra cui:

  • Ascessi e fistole linfonodali;
  • Stenosi rettale;
  • Fistole retto-vaginali;
  • Elefantiasi genitale;
  • Linfedema cronico;
  • Maggiore rischio di contrarre altre malattie sessualmente trasmissibili, incluso l’HIV.

Le malattie veneree, oggi più comunemente chiamate malattie sessualmente trasmissibili (MST), sono infezioni che si trasmettono principalmente attraverso i rapporti sessuali. Possono essere causate da batteri, virus o parassiti e possono colpire diverse parti del corpo, inclusi i genitali, l’ano, la bocca e la gola.

Trasmissione

L’LGV si trasmette principalmente attraverso il contatto sessuale con una persona infetta. Le modalità specifiche di trasmissione includono:

  1. Rapporti sessuali non protetti: il contatto diretto delle mucose genitali, anali o orali durante rapporti sessuali vaginali, anali o orali senza l’uso del preservativo è il principale fattore di rischio per la trasmissione dell’LGV.
  2. Contatto diretto con le lesioni genitali o rettali di una persona infetta può trasmettere il batterio.
  3. Condivisione di sex toys: oggetti sessuali contaminati, senza un’adeguata pulizia e disinfezione tra un utilizzo e l’altro, può favorire la trasmissione dell’LGV.

È importante sottolineare che l’LGV non si trasmette attraverso contatti casuali, come stringere la mano, abbracciare o condividere asciugamani o vestiti. La trasmissione dell’LGV attraverso il bacio è estremamente rara.

Epidemiologia

L’epidemiologia dell’LGV varia a seconda della regione geografica e della popolazione considerata.

  1. Distribuzione geografica: l’LGV è endemica in alcune aree dell’Africa, dell’Asia e dei Caraibi. Tuttavia, negli ultimi anni, si è osservato un aumento dei casi anche in Europa, Nord America e Australia, soprattutto tra uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini (MSM).
  2. Gruppi a rischio: l’LGV colpisce in modo sproporzionato alcuni gruppi di popolazione, tra cui: uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini, persone che hanno frequenti rapporti sessuali con partner diversi e persone che praticano sesso non protetto.
  3. Incidenza e prevalenza. In Europa, si stima che l’incidenza annuale di LGV tra MSM sia di circa 10-20 casi per 100.000 persone. Tuttavia, questi dati potrebbero essere sottostimati a causa dell’assenza di diagnosi e della mancata segnalazione dei casi.
  4. Co-infezioni: l’LGV è spesso associato ad altre malattie sessualmente trasmissibili, in particolare l’HIV.

Sintomi

I sintomi dell’LGV possono variare a seconda del sesso del paziente, della sede dell’infezione e della fase della malattia. I sintomi possono perdurare per settimane o mesi e possono includere: febbre, brividi, malessere generale, dolori muscolari (mialgie) e dolori articolari (artralgie).

Sintomi uomo

Negli uomini, i sintomi dell’LGV possono includere:

  • Lesione primaria: Una piccola papula o pustola indolore può comparire nel sito di inoculazione, solitamente sul pene, sull’uretra o nella regione perianale. Questa lesione, spesso trascurata, si risolve spontaneamente entro pochi giorni.
  • Linfadenopatia inguinale: Dopo 2-6 settimane dalla comparsa della lesione primaria, i linfonodi inguinali possono ingrossarsi e diventare dolorosi. L’ingrossamento è spesso unilaterale e può coinvolgere anche i linfonodi femorali. I linfonodi colpiti possono formare ascessi e fistole cutanee.
  • Proctite: Se l’infezione è avvenuta attraverso rapporti anali, gli uomini possono sviluppare proctite, un’infiammazione del retto caratterizzata da dolore rettale, tenesmo (sensazione di incompleto svuotamento intestinale), diarrea e sanguinamento rettale.
  • Complicanze: Se non trattata, l’infezione può progredire verso una fase cronica, causando stenosi rettale, fistole perianali, elefantiasi genitale (sindrome del bubbone climaterica) e linfedema cronico.

Sintomi donna

Nelle donne, i sintomi possono includere:

  • Lesione primaria: Una piccola lesione indolore può comparire sulla cervice uterina, sulla vagina o sulla vulva. Come negli uomini, questa lesione spesso passa inosservata e si risolve spontaneamente.
  • Linfadenopatia pelvica: I linfonodi pelvici possono ingrossarsi e diventare dolorosi. Questo ingrossamento può causare dolore pelvico, dolore durante i rapporti sessuali (dispareunia) e sanguinamento vaginale anomalo. I linfonodi pelvici si trovano nella zona del bacino, attorno agli organi riproduttivi. Fanno parte del sistema linfatico, che svolge un ruolo importante nel sistema immunitario, aiutando a combattere le infezioni.
  • Proctite: Se l’infezione è acquisita attraverso rapporti anali, le donne possono sviluppare proctite con sintomi simili a quelli descritti per gli uomini.
  • Complicanze: Se non trattata, l’infezione può progredire verso una fase cronica, causando stenosi rettale, fistole retto-vaginali, elefantiasi genitale e linfedema cronico.

Decorso clinico

Il decorso clinico del linfogranuloma venereo può essere suddiviso in tre fasi:

  1. Fase primaria: Dopo un periodo di incubazione di 3-30 giorni, compare una piccola lesione indolore (papula o pustola) nel sito di inoculazione, spesso sulla mucosa genitale o rettale. Questa lesione può passare inosservata e risolversi spontaneamente entro pochi giorni.
  2. Fase secondaria: Dopo 2-6 settimane dalla comparsa della lesione primaria, i linfonodi che drenano l’area infetta si ingrossano e diventano dolorosi. Questo ingrossamento linfonodale (linfadenopatia) è spesso unilaterale e può coinvolgere i linfonodi inguinali, femorali o pelvici. I linfonodi colpiti possono formare ascessi e fistole cutanee. In questa fase, possono manifestarsi anche sintomi sistemici come febbre, brividi e malessere generale.
  3. Fase terziaria: Se non trattata, l’infezione può progredire verso una fase cronica, caratterizzata da complicanze come: stenosi rettale, fistole retto-vaginali, elefantiasi genitale (sindrome del bubbone climaterica) e linfedema cronico.

Linfogranuloma venereo e coinfezioni

I pazienti con LGV sono ad alto rischio di coinfezioni con altre malattie sessualmente trasmissibili (MST). Queste coinfezioni possono complicare il quadro clinico, influenzare la risposta al trattamento e aumentare il rischio di trasmissione di altre MST.

HIV e LGV

La coinfezione con HIV è particolarmente comune nei pazienti con LGV, soprattutto tra gli uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini (MSM). L’interazione tra HIV e LGV è complessa:

  • L’infezione da HIV può aumentare la suscettibilità all’LGV e ad altre MST, compromettendo il sistema immunitario.
  • L’LGV può aumentare il rischio di acquisizione e trasmissione dell’HIV, causando ulcerazioni genitali e infiammazione.
  • La coinfezione con HIV può influenzare la presentazione clinica dell’LGV, con sintomi più severi e atipici, e può ritardare la risposta al trattamento antibiotico.

Pertanto, è fondamentale testare tutti i pazienti con LGV per l’HIV e viceversa, al fine di diagnosticare e trattare tempestivamente entrambe le infezioni.

Altre coinfezioni

Oltre all’HIV, altre MST frequentemente associate all’LGV includono:

  • Sifilide: Può causare ulcere genitali e linfoadenopatia, rendendo la diagnosi differenziale più complessa.
  • Gonorrea e Clamidia: Possono causare uretrite, cervicite e proctite, con sintomi che si sovrappongono a quelli dell’LGV.
  • Epatiti virali (B e C): I pazienti con LGV possono essere a maggior rischio di coinfezione, soprattutto se praticano sesso non protetto o fanno uso di droghe per via iniettiva.
  • Herpes genitale: Può causare ulcerazioni genitali e linfoadenopatia, aumentando il rischio di acquisizione e trasmissione di altre MST, incluso l’LGV.

Diagnosi per Linfogranuloma Venereo

Diagnosi

La diagnosi dell’LGV inizia con un’accurata anamnesi che indaghi i fattori di rischio per le MST, come rapporti sessuali non protetti, molteplicità di partner e storia di altre MST. È importante ottenere informazioni dettagliate sulla sintomatologia, inclusi ulcere genitali, secrezioni uretrali o rettali, linfoadenopatia inguinale o pelvica e sintomi sistemici come febbre e malessere.

L’esame obiettivo deve includere un’ispezione accurata dei genitali esterni, della regione perianale e dei linfonodi inguinali e pelvici. La presenza di ulcere genitali, buboni inguinali o linfedema suggerisce fortemente la diagnosi di LGV. Nei pazienti con sospetta LGV rettale, l’anoscopia può rivelare segni di proctite, come edema, erosioni o ulcerazioni della mucosa rettale.

Esami di laboratorio

I test attualmente disponibili sono:

  1. PCR (Polymerase Chain Reaction): è il test di scelta per la diagnosi di LGV. La PCR rileva il DNA di C. trachomatis su campioni prelevati da ulcere genitali, buboni inguinali, retto o cervice uterina. Alcuni test PCR possono anche differenziare i sierotipi L1, L2 e L3 associati all’LGV dai sierotipi non-LGV.
  2. Sierologia: gli anticorpi anti-C. trachomatis possono essere rilevati nel siero usando test come il micro-immunofluorescenza (MIF) o l’immunoperossidasi. Un aumento di 4 volte del titolo anticorpale tra la fase acuta e quella convalescente o un singolo titolo elevato (≥1:256) suggeriscono la diagnosi di LGV. Tuttavia, la sierologia non è specifica per i sierotipi LGV e può cross-reagire con altre infezioni da clamidia.
  3. Coltura: l’isolamento di C. trachomatis da campioni clinici mediante coltura cellulare è possibile, ma richiede laboratori specializzati e ha una sensibilità inferiore rispetto alla PCR. Pertanto, la coltura non è usata di routine per la diagnosi di LGV.

Diagnosi differenziale

La diagnosi differenziale dell’LGV include altre MST e condizioni che possono causare ulcere genitali, linfoadenopatia o proctite, come:

  • Sifilide;
  • Herpes genitale;
  • Cancroide;
  • Granuloma inguinale (donovanosi);
  • Malattia di Crohn;
  • Colite infettiva.

Pertanto, è importante eseguire test diagnostici per escludere queste condizioni, come sierologia per la sifilide (VDRL, TPHA), PCR per l’herpes simplex e colture fecali in caso di sospetta proctite infettiva.

Screening per le coinfezioni

Data l’alta prevalenza di coinfezioni nei pazienti con LGV, è fondamentale eseguire uno screening completo per altre MST, inclusi HIV, sifilide, gonorrea, clamidia non-LGV, epatiti virali e herpes genitale. Questo screening può essere effettuato con test sierologici, PCR o colture, a seconda dell’agente patogeno sospettato.

Trattamento

La cura del linfogranuloma venereo si basa su una terapia antibiotica mirata contro Chlamydia trachomatis. L’obiettivo del trattamento è eradicare l’infezione, alleviare i sintomi e prevenire le complicanze a lungo termine.

Il trattamento di prima linea per l’LGV è la doxiciclina, somministrata per via orale alla dose di 100 mg due volte al giorno per 21 giorni. In alternativa, si possono utilizzare eritromicina (500 mg quattro volte al giorno per 21 giorni) o azitromicina (1 g una volta alla settimana per 3 settimane).

Nei casi di ascessi linfonodali o fistole, può essere necessario il drenaggio chirurgico in aggiunta alla terapia antibiotica. Le complicanze a lungo termine, come stenosi rettale, fistole o elefantiasi genitale, possono richiedere un trattamento chirurgico.

Se non trattato tempestivamente, l’LGV può causare danni permanenti al sistema riproduttivo, aumentando il rischio di infertilità sia negli uomini che nelle donne. Inoltre, L’LGV non trattato durante la gravidanza può causare gravi complicazioni sia per la madre che per il feto, come parto prematuro, infezione neonatale e morte fetale.

La guarigione completa dall’LGV dipende dalla tempestività della diagnosi e del trattamento. Con una terapia antibiotica adeguata, i sintomi acuti solitamente si risolvono entro poche settimane. Tuttavia, le complicanze a lungo termine possono richiedere un trattamento più lungo e, in alcuni casi, un intervento chirurgico.

Trattamento in presenza di coinfezioni

Le coinfezioni con altre MST sono frequenti nei pazienti con LGV, soprattutto HIV, sifilide e gonorrea.

  • HIV: i pazienti con coinfezione HIV-LGV devono iniziare o ottimizzare la terapia antiretrovirale (ART) per controllare la replicazione virale e preservare la funzione immunitaria. La doxiciclina usata per l’LGV è sicura ed efficace anche in presenza di HIV.
  • Sifilide: la coinfezione con sifilide richiede un trattamento con penicillina G benzatina (2.4 milioni di unità per via intramuscolare in singola dose per la sifilide primaria o secondaria, o tre dosi a intervalli settimanali per la sifilide latente o terziaria).
  • Gonorrea: la coinfezione con gonorrea viene trattata con ceftriaxone 500 mg per via intramuscolare in singola dose, in aggiunta alla terapia con doxiciclina per l’LGV.

Follow-up e controlli periodici

I pazienti con LGV devono essere monitorati durante e dopo il trattamento per valutare la risposta clinica e identificare eventuali recidive o complicanze. Si raccomanda un follow-up a 1-2 settimane dall’inizio della terapia e ulteriori controlli a 3-6 mesi.

In caso di persistenza dei sintomi o sospetta recidiva, è necessario ripetere i test diagnostici (PCR per C. trachomatis) e considerare un ciclo aggiuntivo di terapia antibiotica. Le complicanze a lungo termine come stenosi rettale, fistole o elefantiasi genitale possono richiedere un trattamento chirurgico in aggiunta alla terapia medica.

Variante ano-rettale

La variante ano-rettale del linfogranuloma venereo (LGV) è una manifestazione specifica di questa malattia, particolarmente comune tra gli uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini (MSM).

L’LGV ano-rettale è emerso come un problema di salute pubblica significativo tra gli MSM a partire dai primi anni 2000. Alcuni fattori di rischio associati a questa variante includono: rapporti sessuali,  anali non protetti, uso di droghe ricreative, coinfezione con HIV e altre malattie sessualmente trasmissibili, presenza di altre infezioni sessualmente trasmissibili nell’anamnesi.

Patogenesi della proctite da LGV

L’infezione da LGV ano-rettale inizia con l’inoculazione dei sierotipi L1, L2 o L3 di C. trachomatis nella mucosa rettale attraverso rapporti anali ricettivi. Il batterio invade le cellule epiteliali e si replica, causando un’intensa risposta infiammatoria locale. Questa risposta infiammatoria porta allo sviluppo di proctite, un’infiammazione del retto e del canale anale.

Manifestazioni cliniche

I sintomi dell’LGV ano-rettale possono comparire da 3 giorni a 6 settimane dopo l’esposizione e includono:

  • Proctite: Caratterizzata da dolore rettale, tenesmo (sensazione di incompleto svuotamento intestinale), diarrea mucoide o sanguinolenta e sanguinamento rettale.
  • Costipazione: Paradossalmente, alcuni pazienti possono presentare costipazione invece della diarrea, a causa dell’edema e dell’infiammazione della parete rettale che ostruiscono il lume intestinale.
  • Sintomi sistemici: Febbre, brividi, malessere generale e linfoadenopatia inguinale o pelvica possono accompagnare i sintomi locali.
  • Complicanze: Se non trattata, l’infezione può progredire verso la formazione di ascessi perianali, fistole retto-vescicali o retto-vaginali, stenosi rettale e linfedema cronico.

Diagnosi

La diagnosi di LGV ano-rettale richiede un alto indice di sospetto clinico, dato che i sintomi possono sovrapporsi a quelli di altre patologie, come la malattia di Crohn o le coliti infettive. Gli esami diagnostici includono:

  • Anoscopia: Può rivelare edema, erosioni o ulcerazioni della mucosa rettale.
  • PCR (Polymerase Chain Reaction): Ricerca di DNA di C. trachomatis su campioni rettali.
  • Sierologia: Ricerca di anticorpi anti-C. trachomatis nel siero.

Trattamento

Il trattamento di scelta per l’LGV ano-rettale è la terapia antibiotica con doxiciclina (100 mg due volte al giorno per 21 giorni). In alternativa, si possono utilizzare azitromicina o eritromicina. Il trattamento precoce è fondamentale per prevenire le complicanze a lungo termine. Inoltre, è importante eseguire il contact tracing, ovvero rintracciare e trattare i partner sessuali, per prevenire la ritrasmissione dell’infezione.

Prevenzione

La prevenzione, attraverso l’uso del preservativo, la riduzione del numero di partner sessuali e lo screening regolare, è fondamentale per proteggere la propria salute e quella degli altri. In caso di sintomi sospetti, è importante rivolgersi a un medico o a un centro MST per una diagnosi e un trattamento tempestivi.

Sebbene non esista un vaccino specifico per l’LGV, la vaccinazione contro altre MST, come l’HPV e l’epatite B, può contribuire indirettamente alla prevenzione dell’LGV, riducendo il rischio di coinfezioni e di lesioni genitali che possono aumentare la suscettibilità all’infezione.

Prevenzione Linfogranuloma Venereo

Quando consultare immediatamente un Medico

È imperativo rivolgersi a un medico o a un centro specializzato in malattie sessualmente trasmissibili (MST) il prima possibile se si notano uno o più dei seguenti sintomi:

  • Lesioni genitali: Piccole papule, pustole o ulcere indolori sui genitali, sull’ano o nella bocca.
  • Ingrossamento dei linfonodi: Linfonodi inguinali o pelvici ingrossati e dolorosi.
  • Secrezioni anomale: Secrezioni uretrali, vaginali o rettali insolite.
  • Dolore durante i rapporti sessuali: Dolore o fastidio durante i rapporti sessuali (dispareunia).
  • Sintomi sistemici persistenti: Febbre, brividi, malessere generale, dolori muscolari o articolari.

Se sospetti di avere il linfogranuloma venereo o di essere stato a contatto con una persona infetta, consulta immediatamente:

La diagnosi precoce e il trattamento tempestivo del linfogranuloma venereo sono essenziali per prevenire le complicanze a lungo termine e la diffusione dell’infezione.

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